Marina Causa, architetto, vivo ad Alessandria. Ho esercitato la libera professione fino al 1990, poi ho smesso per dedicarmi all’insegnamento del bridge. Sono stata in Commissione Insegnamento per due mandati con G.A. Rona, uno con G. Tamburi e uno con Medugno, dimissionaria dopo due anni.
Nel primo quadriennio Ferlazzo sono stata coinvolta nella Commissione insegnamento, e ho portato a termine molto materiale didattico, che è sul sito ancora adesso.
Nella mia lunga militanza in FIGB sono stata cronista, articolista, accompagnatrice di squadre cadetti e juniores, relatrice negli stage per insegnanti e nello stage per la formazione degli Scouter; ho tenuto corsi a ragazzi delle medie, del liceo e agli universitari e avendo toccato con mano ho ben chiari i motivi per cui iniziative del genere non
producono i numeri sperati. Ho collaborato alla stesura dei primi manuali FIGB per la scuola bridge e di quelli per il bridge a scuola, ho coordinato per 5 anni il concorso di Quinta italiana finalizzato a definire, con l’aiuto di esperti, un sistema standard italiano di riferimento. In un panorama nazionale ben scarno sono stata tra i pochissimi, insieme a
Claudio Rossi, a creare materiale cartaceo e multimediale per allievi e giocatori.
Come giocatrice ho un palmares rispettabile e sono tuttora agonista attiva.
Come insegnante penso che sia indispensabile, per sperare che il bridge abbia un futuro, cercare approcci innovativi. Evitando un pericoloso equivoco: noi non dobbiamo semplificare il bridge, dobbiamo semplificare il modo per insegnarlo.
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